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Le sfide dell'AR nell'E–Commerce

Come sarà l'e-commerce del futuro? Come l'Augmented Reality guiderà le vendite online?

Giulio Zausa
R&D Developer
5 minuti di lettura
immersive, ar, vr e commerce

I lockdown sanitari stanno costringendo milioni di persone a casa in tutto il mondo. I negozi ormai sono vuoti o chiusi, se non per prime necessità. Tutto ciò sta facendo pensare ad una imminente crisi, soprattutto riguardante la grande distribuzione e la vendita al dettaglio. In tutto ciò, i vari brand si stanno rivolgendo alla tecnologia come strumento per continuare a mantenere una forza vendite, avvicinando le persone.

Dopo il grande cambiamento, avvenuto non pochi anni fa, che ha portato all'affermazione della grande distribuzione organizzata, negli ultimi anni si è parlato molto delle vendite online, che secondo molti avrebbero sostituito anche i grandi centri commerciali.

Nella realtà, nonostante stiano crescendo molto e abbiano già messo in crisi interi settori, le vendite online sono sempre state confinate ad alcune specifiche tipologie di prodotti. Questo perché, nonostante gli e-commerce offrano molte comodità, sono sempre stati considerati più "distanti" rispetto alle loro controparti reali: l'esperienza che può dare un negozio fisico, ad oggi, è molto più potente di quella che comunemente troviamo in un negozio online. Basti pensare ai negozi monomarca, come quelli di Dyson o Apple: l'intero store è progettato per trasferire al cliente il brand, e ogni prodotto può essere percepito, visto e toccato.

È proprio questo che frena l'avanzata delle vendite online: se non ho esperienza tangibile di un prodotto sarò più restio ad acquistarlo online. Non a caso molti negozi nei centri commerciali sono comunque pieni di persone. Capita addirittura che vengano visitati unicamente per avere l'esperienza di discovery e di prova "in mano" dei prodotti, comprando in ultimo luogo la merce su un e-commerce.

Predizione

Entro il 2025 la maggior parte degli acquisti consumer sarà guidata da esperienze immersive online.
Scade tra 2 anni

Visti i recenti avvenimenti tutto ciò è sospeso, e senza ombra di dubbio più limitato in futuro. Come possiamo risolvere ciò? Come possiamo migliorare i negozi online, per renderli altrettanto attraenti quanto i negozi fisici?

Come l'AR aiuta le vendite

Già negli anni passati si dava per sicuro il 2020 come l'anno dell'Augmented Reality, viste le innovazioni tecnologiche avvenute e l'adozione da parte delle maggiori piattaforme Mobile. Sia Apple sia Google stanno investendo molto per standardizzare l'AR all'interno di iOS e di Android, facendo nascere ARKit e ARCore. Apple, secondo alcune indiscrezioni, starebbe addirittura lavorando ad un visore indossabile per realtà aumentata, che consentirà un'immersione e una qualità ancora maggiore. Facebook, nel frattempo, ha permesso di creare campagne di marketing con AR sulle sue piattaforme.

Alla luce dei recenti avvenimenti, non possiamo altro che confermare ancora di più questa previsione. Ma in cosa consiste l'AR, e quali possibilità offre?

L'Augmented Reality è una tecnologia che consente l'arricchimento della realtà con contenuti digitali, come immagini, video o modelli 3d, fondendoli mediante uno schermo o un visore. Ciò consente di collocare elementi nello spazio, permettendo di vederne le dimensioni, girarci attorno e compararli con il resto dell'ambiente reale. Questo permette all'utente di avere un'esperienza e una consapevolezza del prodotto nettamente migliore rispetto alle tradizionali foto, aumentando la fiducia nel prodotto che si sta per acquistare.

Oltre a migliorare questo aspetto, avvicinandosi ai negozi fisici, l'AR fornisce agli utenti delle potenzialità ancora maggiori:

  • Posso personalizzare il prodotto, vedendolo in centinaia di variazioni, che normalmente non potrebbero esserci nei negozi fisici;
  • Posso collocare il prodotto in ogni luogo, verificando che le dimensioni siano adatte e che corrisponda nel suo luogo finale;
  • Posso presentare all'utente dei prodotti in anteprima, non ancora realizzati;
  • Posso effettuare analitiche avanzate sulle preferenze degli utenti, che sarebbero invece molto difficili da raccogliere in un negozio.

Tutto ciò ha permesso ad IKEA di diventare il primo store di arredamento di successo, arrivando a vendere beni online per 2.9 miliardi nel 2019 (Reuters).

L'app di IKEA con AR Placement
L'app di IKEA con AR Placement

L'Augmented Reality non si ferma all'arredamento e all'elettronica, è facilmente applicabile a molti altri prodotti, come ad esempio l'automotive, o anche l'abbigliamento. In questo caso si parla di Virtual TryOn, e permette di usare il corpo umano come scena per collocare occhiali, scarpe o altro ancora.

Cosa frena la sua adozione?

Alla luce di tutti questi vantaggi, viene naturale chiedersi, perchè non è già in uso ovunque? La risposta è che, purtroppo, allo stato attuale ci sono ancora alcuni punti irrisolti, sia dal punto di vista tecnologico che di design.

Sviluppare esperienze immersive come l'Augmented Reality, soprattutto quando ex–novo, è un cambio di paradigma radicale rispetto al tradizionale sviluppo web, e richiede un intero staff preparato, dagli artisti agli sviluppatori, a sviluppare e gestire contenuti immersivi e 3D. Sappiamo quanto siano rari sviluppatori e artisti capaci di gestire i contenuti 3D, e per questo possiamo dire che trovarli sia un evento quasi come una «congiunzione astrale».

Congiunzione Astrale: figure difficili da trovare
Congiunzione Astrale: figure difficili da trovare

User Coverage

Un altro problema è la gestione della fruizione di questo tipo di esperienze.

Un KPI fondamendale che in SMC usiamo per valutare l'efficacia delle esperienze immersive è il Time to First Experience, ovvero, il tempo che intercorre tra quando scopro l'esistenza di una funzionalità a quando sono competente e soddisfatto nel suo utilizzo. Minimizzando questo tempo possiamo aumentare di molto la retention degli utenti nell'esperienza, visto che ogni secondo in più che l'utente passa ad aspettare, raddoppia la probabilità di uscire dall'applicazione e lasciare perdere.

La Timeline del Time to First Experience
La Timeline del Time to First Experience

Sappiamo che possiamo gestire il Learn Time, ovvero il tempo che l'utente impiega a imparare come utilizzare l'applicazione, applicando buoni principi di User Experience e UI Design.

Il Setup Time, invece, è un tempo tecnologico, e include lo scaricamento dell'applicazione e il suo caricamento in memoria. Sappiamo come, purtroppo, le app native (per Android e iOS) sono notoriamente difficili da questo punto di vista:

  • Richiedono del tempo per essere scaricate, dipendente anche dalla rete
  • Possono essere molti grandi (centinaia di MB), e non tutti gli utenti possono avere lo spazio a disposizione nel proprio device
  • Non tutti gli utenti sono disposti ad installare una nuova app nel proprio smartphone/tablet

Contenuti

Per realizzare esperienze AR di qualità sono necessari dei contenuti 3D. Trovare persone che siano in grado di creare e gestire contenuti di questo tipo non è affatto semplice.

Se parliamo di un E–Commerce, ad esempio, sono necessari dei modelli 3D che rappresentino i prodotti:

  • Possono essere realizzati ex novo, partendo da foto, ma è necessario avere degli artisti 3D in grado di farlo;
  • Possono essere fatti mediante scansione 3D, ma se non realizzata correttamente può portare a performance basse;
  • Possono essere realizzati partendo dai modelli CAD usati per la produzione, ma vanno corretti per aggiungere i giusti materiali e ottimizzazioni.

A questo si aggiunge il problema della giungla dei diversi formati 3D utilizzati dalle varie piattaforme, non sempre compatibili fra loro.

Come SMC sta Rispondendo

Lo scopo di SMC in questo scenario è quello di cambiare tutto ciò, creando degli strumenti in grado di abilitare i propri clienti a seguire una strategia immersiva, con il minor effort tecnologico possibile.

Il modo in cui stiamo facendo ciò è sviluppare strumenti che abilitino i Redattori, in modo che possano gestire con facilità i contenuti di tipo immersivo.

Ne abbiamo parlato anche al Liferay Italian Symposium 2019.

La soluzione che offriamo prevede un'integrazione completa dei contenuti immersivi con Liferay e Liferay Commerce:

  • Conversione e Ottimizzazione degli asset in formati standard
  • Creazione e composizione di contenuti per formare Esperienze Immersive complete
  • Strumenti totalmente browser–based, che non necessitano di software o app native
  • Integrazione con servizi, app e social network.

Vuoi scoprire come utilizzare contenuti immersivi sul tuo E-Commerce o sul tuo sito web?

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scritto da
Giulio Zausa
R&D Developer
Ricercatore e Software Engineer in SMC, segue temi come Interfacce 3D, User Experience, Immersive Reality e Computer Vision. Fornisce consulenze specialistiche su progetti che richiedono tecnologie web moderne, come React, WebAssembly o WebGL. Appassionato di Grafica 3D e Linguaggi di Programmazione, è laureato in Computer Science all'Università Ca Foscari di Venezia.

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